#CANNES76 – 16/27 mai 2023 SPÉCIAL #21 (JOURNÉE 9): Les raids critiques de Marina sur la Croisette

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L’Italia colpisce ancora

(de Cannes Luigi Noera et Marina Pavido – Les photos sont une gracieuseté du Festival de Cannes)

Grande attesa, in concorso a questo 76° Festival di Cannes, per Il Sol dell’Avvenire, ultima fatica del regista nostrano Nanni Moretti, particolarmente amato a Cannes (dove aveva vinto, entre autre, la Palma d’Oro nel 2001 per La Stanza del Figlio). et pourtant, il film non è stata l’unica sorpresa in questa nona giornata di festival. Au dessous de, en fait, ecco una panoramica di ciò che è stato presentato in anteprima sulla Croisette.

CONCOURS

IL SOL DELL’ AVVENIRE di Nanni MORETTI

Jean, noto regista italiano, si prepara a girare il suo nuovo film. Ma con il suo matrimonio in crisi, il suo produttore francese sull’orlo del fallimento e sua figlia che lo abbandona, tutto sembra giocare a suo sfavore! Sempre sul filo del rasoio, Giovanni dovrà rivedere il suo modo di fare se vuole guidare il suo piccolo mondo verso un futuro brillante. Luigi Noera l'a vu pour nous (EXAMEN).

LA PASSION di DODIN BOUFFANT di TRAN Anh Hun

Eugénie, cuoca eccezionale, lavora da 20 anni per il famoso chef Dodin. Au fil des années, la passione per la gastronomia e l’ammirazione reciproca hanno dato vita a un rapporto d’amore. Il risultato è stato una serie di piatti, uno più delizioso e delicato dell’altro, che hanno stupito i più grandi chef del mondo. cependant, Eugénie, desiderosa di libertà, non volle mai sposare Dodin. Così Dodin decise di fare qualcosa che non aveva mai fatto prima: cucinare per lei. Luigi Noera l'a vu pour nous (EXAMEN).

HORS COMPÉTITION

PREMIÈRE CANNES

L’AMOUR ET LES FORÊTS di Valérie Donzelli

Quando Blanche incontra Grégoire, pensa di aver incontrato l’uomo che stava cercando. La loro storia decolla velocemente. La coppia si trasferisce, Blanche si allontana dalla famiglia e dalla sorella gemella e si apre a una nuova vita. Ma una cosa tira l’altra e lei si ritrova nella morsa di un uomo possessivo e pericoloso. Luigi Noera l'a vu pour nous (EXAMEN).

QUINZAINE

d91AGRA di Kanu Behl

Il patriarcato inteso come istituzione in grado di far perdere ogni identità e ogni lucidità. Quante volte abbiamo sentito parlare di tale, attualissimo argomento? et pourtant, Souvent, a seconda di come lo si voglia declinare, si riesce a dar vita a delle vere e proprie chicche cinematografiche. Una di queste chicche, par exemple, è giunta direttamente dall’India a Cannes 76, dove ha festeggiato la sua prima mondiale all’interno della Quinzaine des Cinéastes. Nous parlons Agra, diretto dal giovane Kanu Behl.

L'histoire mise en scène, donc, si svolge proprio nella città di Agra, de nos jours. Guru ha ventiquattro anni, lavora in un call center e vorrebbe a tutti i costi emanciparsi dalla sua famiglia, con cui vive all’interno di una palazzina a più piani di recente costruzione. Al fine di poter ottenere la terrazza del palazzo, prima che i suoi zii possano ampliare il loro appartamento, il ragazzo si inventa di avere una fidanzata. Le cose sembrerebbero poter cambiare, cependant, nel momento in cui il giovane conoscerà una vedova che gestisce un internet point.

Agra, donc, è la disperata storia di uno dei tanti giovani che faticano, al giorno d’oggi, a trovare un proprio posto nel mondo. Umoristico, ma anche crudo quando serve, il lungometraggio si apre, en effet, con una scena fortemente onirica e surreale, per poi prendere una direzione totalmente diversa che fa di un ruvido realismo il suo marchio di fabbrica (sebbene, de temps en temps, le allucinazioni del protagonista non ci permettono di capire cosa sia vero e cosa, plutôt, faccia parte della sua immaginazione).

Complessivamente ben scritto, coloratissimo e con un’importante metafora al suo interno (l’auto-affermazione tramite l’occupazione di uno spazio fisico), Agra si è rivelato una piacevole sorpresa all’interno della Quinzaine 2023 e ci fa venir voglia di approfondire ulteriormente la (per il momento piccola) filmografia di Kanu Behl.

d92INSIDE THE YELLOW COCOON SHELL di Thien An Pham

Cercare nuovi linguaggi facendo tesoro, en même temps, di quanto realizzato in passato. Non è assolutamente un’operazione semplice, cette. Su questo non v’è dubbio. et pourtant, quando tale operazione va in porto, le soddisfazioni per gli occhi possono essere davvero tante. Lo sa bene il giovane regista vietnamita Thien An Pham, che con la sua opera prima, Inside the Yellow Cocoon Shell, presentata in anteprima a Cannes 76 dans le Quinzaine des Cinéastes, ci ha regalato momenti di puro Cinema.

Il giovane Thien ha, donc, il compito di accompagnare la salma di sua cognata nel suo paese di origine, insieme al figlioletto di lei. Durante in questo lungo e doloroso viaggio, il passato si farà sentire più forte che mai e nella ricerca di un fratello che si è rifatto una vita lontano da tutto e da tutti può fare molto, molto male.

Un andamento fortemente contemplativo – all’interno del quale le immagini parlano da sé e non hanno bisogno di dialoghi o di ridondanti didascalie – fa quasi da protagonista assoluto. Lunghi piani sequenza (la maggior parte dei quali tutti a camera fissa) ci mostrano gli eventi con distacco e vicinanza allo stesso tempo, sottolineando, en effet, come l’uomo, di fronte alla grandezza della Vita, sia, en effet, piccolo piccolo.

Tien An Pham si ispira chiaramente al cinema di Apichatpong Weerasethakul, ma cerca, en même temps, costantemente una sua strada. Strada che sembra aver trovato già in questa sua preziosa opera prima, in cui la brutalità del quotidiano, un passato ingombrante e un presente, si nous voulons, ancor più difficile ben si coniugano in una rara manifestazione di Bellezza.

SEMAINE DE LA CRITIQUE

Séances spéciales

d93LA FILLE DE SON PÈRE di Erwan Le Du

Film di chiusura della Semaine de la La critique 2023, la Fille de son Père, opera prima di Erwan Le Du, è una tenera storia d’affetto tra un giovane padre e una figlia che per la prima volta si sta affacciando al mondo degli adulti. Un padre e una figlia che, nel corso degli anni, hanno superato tante e tante difficoltà, restando, en même temps, sempre uniti e senza mai dimenticare che giocare e ridere insieme siano aspetti fondamentali del quotidiano.

Etienne (impersonato dall’ottimo Nahuel Pérez Biscayart) ha vent’anni e, profondamente innamorato di Valérie, ha una figlia con lei, Rosa. La sua ragazza, cependant, ben presto deciderà di abbandonare lui e la loro figlioletta, al fine di farsi una vita altrove. Rosa, donc, cresce insieme a suo padre e alla vigilia del suo diploma, ormai diciottenne, potrebbe addirittura avere la possibilità di conoscere, finalmente sua madre. Tale evento, cependant, manderà in crisi il povero Etienne.

Tenero, delicato e pervaso da un gradito umorismo, il presente lungometraggio si avvale di una scrittura complessivamente pulita, sebbene un po’ troppo sbilanciata, maman, nel complesso, si rivela una commedia dal retrogusto amaro gradevole e per nulla scontata, qui, pur non brillando per originalità, fa comunque il suo dovere e ci regala una storia a tratti commovente, ma anche leggera come una piuma e piacevole come una fresca brezza primaverile.

Il giovane regista, sa part, pur sembrando a tratti giocare su un terreno sicuro, senza aver ancora trovato il coraggio di “spiccare il volo”, si è rivelato incredibilmente vicino ai suoi protagonisti, caratterizzandoli a 360° e conferendo umanità a ognuno di loro. E chissà quali altre belle sorprese ci regalerà in futuro.

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craintes de la marina

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