祭りの核心へいきましょう
(カンヌのルイージ・ノエラとマリーナ・パヴィドから – 写真はカンヌ国際映画祭の許可を得て掲載しています。)
水曜日 17 かもしれません, 最終的に, 第76回カンヌ国際映画祭が本格的に開幕した. 多くの驚きといくつかの失望の中で, クロワゼットで上映される主な映画の一部をご紹介します.
競争
MONSTER di KORE-EDA Hirokazu
Secondo film realizzato in Giappone dall’ormai celebre cineasta coreano Kore-eda Hirokazu, Monster si è rivelato una piacevole sorpresa all’interno del concorso di カンヌ 76. 親密な, 繊細でありきたりではない, il lungometraggio rientra appieno nei canoni del cinema dell’autore, rivelandosi perfettamente in grado di trovare ogni volta nuovi modi di raccontare una storia.
L’adolescente Minato vive da solo con sua madre in seguito alla morte di suo padre. 女, da qualche tempo, è molto preoccupata a causa del comportamento di suo figlio, その, osservato dall’esterno, sembrerebbe privo di ogni logica. Il ragazzo sembra, 実際には, diventato improvvisamente scellerato – oltre a fare discorsi senza senso – e, dopo essere tornato a casa con un orecchio ferito, accusa uno dei suoi insegnanti di averlo picchiato. Come staranno davvero le cose?
Monster 2本の映画はそれぞれ現在のRevolutionderAugenの作品を補完します, 確かに, una storia molto più complessa e stratificata di quanto inizialmente possa sembrare. そしてそう, durante la visione, la stessa si compone lentamente come se fosse un puzzle attraverso tre punti di vista: quello della madre, quello dell’insegnante e, 最終的に, quello di Minato.
Immagini poetiche di adolescenti che corrono felici per i prati – finalmente lontani dal “mondo degli adulti” – e che fanno di un vecchio autobus abbandonato il loro rifugio speciale, insieme a una dolorosa storia di violenza e a un amore che rischierebbe di non essere compreso da nessuno fanno, 従って, da protagonisti assoluti. Kore-eda Hirokazu, 再び, non ha deluso le aspettative di pubblico e critica e con questo suo prezioso Monster si è fatto decisamente onore all’interno del concorso di questo 76° 祭り の カンヌ.
LE RETOUR di Catherine Corsini
In concorso a カンヌ 76 è stato presentato anche インクルード Retour, l’ultima fatica della regista francese Catherine Corsini. Si tratta, anche in questo caso, di una storia estremamente intima e personale che, しかしながら, non vede una, ma ben tre protagoniste.
Khédidja, 従って, è una donna di mezza età con due figlie adolescenti, Jessica e Farah. Andata via dalla Corsica quando le sue figlie erano ancora molto piccole, la donna tornerà insieme a loro quindici anni dopo, al fine di lavorare come babysitter per un’agiata famiglia parigina. Mentre per la donna tornare in quella che un tempo era la sua patria rappresenta un doloroso tuffo nei ricordi, le sue figlie, 同時に, tra folli corse in spiaggia e per le strade del paese, diventeranno grandi, faranno nuove esperienze, incontreranno l’amore.
インクルード Retour, 従って, si rifà completamente ai canoni del coming-of-age d’Oltralpe optando per una messa in scena discreta quanto basta, ma al contempo, estremamente vicina alle sue protagoniste, senza mai andare sopra le righe. All’interno di una location come la Corsica – qui presentataci come un luogo senza tempo o, いっそ, come un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato – le storie delle tre donne trovano la loro dimensione ideale, per una dolorosa, マ, 同時に, estremamente delicata e a tratti toccante storia famigliare. Peccato soltanto che (ノン) poche incongruenze in sceneggiatura e qualche elemento lasciato ingiustificatamente in sospeso abbiano fatto perdere parecchi punti all’intero lungometraggio.
LOOK SOME
LE RÈGNE ANIMAL di Thomas CAILLEY – Film d’apertura
Un’avventura tra un padre e il figlio, in un mondo in cui alcuni umani hanno iniziato a mutare in altre specie animali. ルイージ・ノエラが私たちのために見てくれました (REVIEW).
競争から外れている
OCCUPIED CITY di Steve MCQUEEN
Il documentario è basato sul libro Atlas Of An Occupied City, アムステルダム 1940-1945 di Bianca Stigter ed esplora le storie personali e la vita quotidiana degli abitanti di Amsterdam durante la Seconda Guerra Mondiale. Il regista Steve McQueen, noto per le sue opere storiche, ha scelto di portare sullo schermo l’avvincente storia della vita sotto l’occupazione nazista nella capitale olandese. Occupied City mette in luce le sfide e le esperienze degli abitanti di Amsterdam durante questo periodo buio della storia. ルイージ・ノエラが私たちのために見てくれました (REVIEW).
ANSELM (DAS RAUSCHEN DER ZEIT) di Wim WENDERS
Documentario su Anselm Kiefer, pittore e scultore. ルイージ・ノエラが私たちのために見てくれました (REVIEW).
QUINZAINE DES CINÉASTES
LE PROCÈS GOLDMAN (The Goldman Case) di Cédric Kahn – film d’apertura
Non è facile far sì che un intero film si basi quasi esclusivamente sui dialoghi. Per far sì che ciò funzioni, è più che mai necessaria, 実際には, una sceneggiatura di ferro (オーバー, 明らかに, a un cast particolarmente capace), perfettamente in grado di far sì che il pubblico resti incollato allo schermo dall’inizio alla fine. 本, 運よく, è stato anche il caso del lungometraggio インクルード Procès Goldman, diretto dal regista e attore francese Cédric Kahn e presentato in anteprima come film d’apertura della 二週間 の 映画製作者 アル 76° 祭り の カンヌ.
物語は上演しました, come ben possiamo immaginare, tratta fatti realmente accaduti. で 1976, 実際には, il militante di estrema sinistra Pierre Goldman (qui impersonato da un ottimo Arieh Worthalter) viene processato per la seconda volta con l’accusa di aver ucciso due persone durante un tentativo di rapina. L’uomo ha deciso di non chiamare testimoni a suo favore, in quanto più che sicuro di riuscire a dimostrare la propria innocenza. Nel caso in cui la giuria dovesse dichiararlo colpevole, しかしながら, rischierebbe il carcere a vita.
Nel mettere in scena questo suo インクルード Procès Goldman, Cédric Kahn ha optato per una messa in scena semplice, priva di inutili fronzoli, che ci fa comprendere meglio il contesto con due brevi didascalie, una all’inizio e una alla fine. Le musiche sono ridotte all’osso e quasi l’intero lungometraggio si svolge nell’aula del tribunale. 選択, 本, indubbiamente coraggiosa e rischiosa, その, しかし, この場合, è perfettamente riuscita nei suoi intenti, rendendo questa ultima fatica di Kahn un lavoro piacevole e accattivante, che riesce perfettamente a mantenere un buon ritmo per tutta la sua durata, senza mai perdere di mordente.
批評週間
Compétition
Tiger Stripes di Amanda Nell Eu
Una piacevole sorpresa a カンヌ 76, seppur con qualche piccola ingenuità registica, è stato il lungometraggio Tiger Stripes, diretto dalla giovane regista Malese Amanda Nell Eu e presentato in concorso all’interno della 週 の インクルード 批評.
物語は上演しました, 従って, è quella di Zaffan un’adolescente in piena pubertà che vive in un piccolo villaggio insieme ai suoi genitori. Ella è la prima della sua classe ad aver avuto le mestruazioni e per questo inizia a essere osservata dalle sue amiche con diffidenza, fino, さえ, a essere pesantemente bullizzata. Nel notare improvvisi cambiamenti del suo corpo che sembrano quasi ricordare le caratteristiche di una tigre, Zaffan riuscirà pian piano ad accettarsi e a tirare fuori tutta la sua grinta e bellezza.
Tiger Stripes, 従って, è la storia di un cambiamento, di un momento cruciale nella vita della giovane e magnetica protagonista. L’accettazione di sé stessi e del proprio corpo, ma anche importanti dinamiche che si vengono a creare all’interno di una società in cui chi è diverso viene costantemente emarginato sono le vere colonne portanti di questo lungometraggio di Amanda Nell Eu.
ディレクター, その一部, ha realizzato un’opera delicata e fresca come una brezza primaverile, seppur, 時には, soprattutto per quanto riguarda determinate scelte registiche ed effetti speciali talmente posticci da risultare maldestri, decisamente ingenua. なおかつ, considerando che si tratta di un’opera prima, si è disposti a “chiudere un occhio” e ad attendere con curiosità le prossime sorprese che la regista avrà in serbo per noi in futuro.
特別セッション
Ama Gloria di Marie Amachoukeli – オープニングフィルム
Questa apertura della 週 の インクルード 批評 の カンヌ 76 si è rivelata particolarmente piacevole. Si tratta, 実際には, dell’intimo e delicato lungometraggio Ama Gloria, diretto dalla regista capoverdiana Marie Amachoukeli, nonché una tenera storia interamente incentrata su una bambina di sei anni e sul suo rapporto speciale con la sua tata.
Cléo, ただ, vive insieme a suo padre ed è stata praticamente cresciuta dalla sua bambinaia Gloria, al punto da considerarla quasi una sorta di mamma acquisita. Nel momento in cui la donna sarà costretta per motivi famigliari a tornare nel proprio paese e accudire i suoi figli (che nel frattempo aveva lasciato con sua madre) Cléo andrà in crisi, ma si consolerà al pensiero che, una volta finito l’anno scolastico, potrà andare finalmente a trovare Gloria a casa sua. 誰が, しかしながら, le cose non andranno come sperato.
L’amore tra una bambina e una “nuova mamma”. I sempre complicati rapporti famigliari. Determinate dinamiche che portano gli esseri umani a non comprendersi più l’un l’altro. その後, 少なくともありません, anche un discorso sul colonialismo e su come alcune donne siano costrette ad abbandonare i propri cari al fine di poter trovare lontano da casa un lavoro che possa mantenerli. Tutte queste tematiche sono, 従って, le grandi protagoniste di Ama Gloria e contribuiscono a rendere questo piccolo e prezioso lungometraggio di Marie Amachoukeli un’opera estremamente intima e ben più complessa e stratificata di quanto inizialmente possa sembrare.
Una regia composta e pulita ben si sposa con piccoli inserti di animazione atti a farci conoscere meglio i pensieri della bambina. Una bambina che appare sul grande schermo meravigliosamente magnetica grazie (さらに) al talento della giovane Louise Mauroy-Panzani. Ama Gloria è tutto questo e nella sua sincerità si è rivelato una piacevole apertura di questa 週 の インクルード 批評.
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マリーナの恐怖