Nelle sale direttamente da #CANNES75 Les Amamdiers di Valeria Bruni Tedeschi

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Sogni e drammi di giovani attori agli inizi degli anni Ottanta – Les Amandiers – la recensione di Marina

(写真はカンヌ国際映画祭の許可を得て掲載しています。)

Secondo lungometraggio da regista dell’attrice Valeria Bruni Tedeschi, Les Amandiers – presentato in anteprima mondiale, 競争の中で, A 75° edizione del Festival di Cannes – si è rivelato una piacevole sorpresa all’interno della celebre manifestazione cinematografica.

Estremamente intimo e personale, il film mette in scena le vicende di Stella (una straordinaria Nadia Tereszkiewicz), una ragazza di vent’anni, その, all’inizio degli anni Ottanta, insieme a molti suoi altri coetanei, entra a far parte di un’esclusiva scuola di teatro a Parigi, con la finalità di fare dapprima uno stage a New York, それから, una volta di nuovo in Francia, di iniziare a esibirsi nei primi spettacoli teatrali messi in scena da alcuni insegnanti della scuola stessa.

L’ansia per i provini, i primi amori, i primi, importanti drammi personali e, 少なくともありません, il problema dell’AIDS, che in quegli anni si diffondeva molto facilmente tra i giovani, vengono messi in scena da Valeria Bruni Tedeschi in un film fresco, sognatore ma realista allo stesso tempo. Un film in cui gli anni Ottanta, con tutti gli importanti cambiamenti socio-culturali che portavano con sé, fanno da contesto perfetto per non una, ma tante storie che si intrecciano, che si influenzano a vicenda. Storie di crescita personale e di primi – spesso anche dolorosi – confronti con il mondo degli “adulti”. Ritratti di anni cruciali che cambieranno per sempre le vite dei protagonisti.

Sincero e appassionato, Les Amandiers vede al proprio interno una serie di personaggi (alcuni dei quali, in particolar modo per quanto riguarda Adèle, la migliore amica di Stella, avrebbero necessitato di un maggior approfondimento, data la loro verve), ognuno con i propri sogni e problemi, ognuno con una ben marcata personalità.

Les Amandiers ovviamente vede al proprio interno momenti fortemente drammatici e, 同様に, tratta questioni anche piuttosto spinose (oltre all’AIDS, viene fatto anche un’importante discorso sul consumo di droghe e su come le stesse contribuiscano ad amplificare le insicurezze e quel senso di spaesamento provato da chi è più vulnerabile), senza mai risultare ridondante o didascalico, ma regalandoci un variopinto e variegato affresco degli anni Ottanta visti dalla prospettiva di chi per la prima volta si trovava a fare i conti col “mondo esterno”, oltre a personaggi indimenticabili, incredibilmente vivi e pulsanti. Una piacevole sorpresa all’interno del concorso di questo カンヌ映画祭 2022.

マリーナの恐怖

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