
L’ultimo giorno del Concorso e la premiazione del miglior film Un Certain Regard LES PIRES di Lise AKOKA & Romane GUERET
(aus Cannes Luigi Noera und Marina Pavido – Die Fotos werden mit freundlicher Genehmigung der Filmfestspiele von Cannes veröffentlicht)
Un acquarello deludente chiude questa edizione di riscatto dalla pandemia, mentre viene assegnato il Palmares UCR a LES PIRES (The Worst Ones) di Lise AKOKA & Romane GUERET e a Rendez Vous con approda Alice Rovacher
Concorso Ufficiale
SHOWING UP Kelly REICHARDT
Acquarelli di abiti per donna, siamo in un laboratorio di scultura dove dagli acquarelli si passa alle statuine di creta.
Nell’atelier un gatto ha catturato un piccione, ma la vicina di casa salva e cura il piccione e lo affida all’artista. Il film è molto lento e parla del mondo dell’arte moderna, ma come detto in appresso la finalità è un’altra.
C’è un’artista profondamente scontenta che sembra non riuscire a scrollarsi di dosso un malessere generale, e il film esplora silenziosamente tutte le ragioni per cui potrebbe essere arrivata a tal punto.
Showing Up è un film muto come il lavoro precedente del regista.
L’ambientazione dell’immagine potrebbe indurre a pensare che si tratti di una satira del mondo dell’arte o il ritratto di uno scultore che insegue la sua musa ispiratrice. Tuttavia il film ha l’intimità e i dettagli di un racconto, curioso di Lizzy e delle persone che l’attorniano. A volte con l’humor tipicamente inglese.
Anche quando lavora alle sue sculture non si avverte il senso di trascendenza o l’ispirazione divina. Lizzy prende sul serio la sua arte, ma il film non ha illusioni sul fatto che possa salvare la creatrice dalle sue miserie.
Quanto è determinato da noi stessi? E quanto dalle circostanza?
Mentre pone tali domande, viene messa in evidenza la depressione discreta ma persistente di una donna, trovando occasionalmente l’umorismo in tutte le piccole umiliazioni – come la mancanza di acqua calda – che iniziano a logorarla. Wir entschieden, dass es notwendig war, alle möglichen Wendungen zu untersuchen, die eher eine Verschiebung als eine einfache Absage ermöglicht hätten, Lizzy presenterà la sua arte a quella mostra, ma Showing Up sottovaluta astutamente il risultato.
Ci è sembrato piuttosto un film scelto per caso come può capitare anche a Cannes.
MOTHER AND SON di Léonor SERRAILLE
Siamo di fronte ad una saga familiare di migranti raccontata in tre capitoli diversi, ognuno dei quali riguarda uno dei tre protagonisti: la madre Rose, il figlio più grande Jean ed il piccolo Ernest in un arco temporale che inizia negli anni ’80.
Una giovane africana si trasferisce a Parigi con i suoi due figli appunto. Madre single è subita corteggiata da un africano, ma il suo spirito di indipendenza le fa sceglier un un francese. Non sarà l’ultimo perché per poter accudire ai figli la donna passa da una relazione all’altra per migliorare le condizioni economiche.
Nella seconda parte vediamo il più grande dei figli Jean si è inserito nel mondo del lavoro e si occupa del fratello Ernest.
Il racconto in terza persona fatto da Ernest, anello più debole della storia. Si accenna pure al comportamento razzista dei poliziotti.
Nella terza parte il protagonista Ernesto è ormai grande ed insegna in un liceo filosofia.
Sebbene non abbia avuto accanto a se un padre, ma solo la madre Rose che cercava tutto il meglio sia per lui che il fratello maggiore Jean, e da adolescente sia stato scapestrato, Ernesto adesso ha una sua strada.
Solo alla fine il film prende una forma definita con un filo conduttore ben preciso.
Il regista non è alla prima esperienza perché è stato lanciato ad Un Certain Regard dove è stato premiato, ma nel presente lavoro sconta su una sceneggiatura inizialmente non chiara. Il filo conduttore è adesso ben definito come loè la vita di Ernesto.
Lui vuole essere amato dalla madre per quello che è come un figlio mostra Ernest parzialmente estraniato sia da sua madre che da suo fratello, ma il più vicino dei tre a trovare compimento nella sua vita con un finale amaro nel quale il fratello maggiore muore.
Premi Un Certain Regard
La selezione incentrata su film d’autore e artisticamente audaci, in 2022 ha incluso 20 Spielfilme, sette dei quali sono opere prime in competizione anche per la Caméra d’or. Il film di apertura era il film di Mathieu Vadepied.
Presieduta dall’attrice-regista-produttrice Valeria Golino, la giuria comprendeva la regista Debra Granik, l’attrice Joanna Kulig, l’attore-cantante Benjamin Biolay e l’attore-produttore Edgar Ramírez.
Dobbiamo dire che avevamo tanto amato il film di Emily Atef MORE THAN EVER sulla Vita e la Morte, ma la giuria ha decretato diversamente:
Premio miglior film della selezione Un Certain Regard a LES PIRES (The Worst Ones) di Lise AKOKA & Romane GUERET (REVIEW)
Preis der Jury: JOYLAND di Saim SADIQ
Premio miglio Regia a Alexandru BELC con METRONOM (REVIEW)
Miglior interpretazione (ex equo) a Vicky KRIEPS in CORSAGE (REVIEW)
ed (ex equo) Adam BESSA in HARKA
Miglior Sceneggiatura a MEDITERRANEAN FEVER di Maha HAJ (REVIEW)
Premio « Coup de coeur » a RODEO di Lola QUIVORON
Rendez Vous con Alice Rovacher
I « Rendez-vous with… » sono incontri tra gli artisti e il pubblico del Festival. Consentono di conoscere la visione e il pensiero dei maggiori artisti del nostro tempo provenienti da tutto il mondo. Offrono rari momenti di condivisione, cinematografia, trasmissione ed emozione.
Oggi è la volta di Alice Rohrwacher Regista e sceneggiatrice – che presenta in prima mondiale il cortometraggio Le pupille .
Dopo aver studiato filosofia e letteratura all’università di Torino, Alice Rohrwacher wand ha diretto il suo primo lungometraggio Corpo celeste nel 2011. Tre anni dopo, ha diretto la sorella maggiore Alba Rohrwacher e Monica Bellucci in Le meraviglie, presentato in Concorso al 67° Festival di Cannes. Ha ricevuto il Grand Prix du Jury presieduto da Jane Campion ed è diventata una delle voci più importanti della sua generazione. torna a Cannes per il 71° Festival con Felice Lazzaro che vince il Premio per la Sceneggiatura, e poi nel 2019 come membro della Giuria presieduta da Iñárritu.
luigi Noera