SPECIÁLNÍ # CANNES75 - 17-28 květen 2022 #15 (DEN 8): Nostalgie od Maria Martone

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Napoli in tutto il suo splendore – Nostalgia – la recensione di Marina

(da Cannes Luigi Noera e Marina Pavido – Le foto sono pubblicate per gentile concessione del Festival di Cannes)

Neapol. Una città della quale si sente fortemente la mancanza. Soprattutto quando si tratta della propria città natale, dalla quale si è stati lontano per molti e molti anni. Tali forti sentimenti nei confronti della capitale partenopea sono stati messi in scena da Mario Martone nel suo lungometraggio Nostalgia, tratto dall’omonimo romanzo di Ermanno Rea e in corsa per la tanto ambita Palma d’Oro al Filmový festival v Cannes 2022.

La storia messa in scena, proto, è quella di Felice Lasco (impersonato da Pierfrancesco Favino), nato a Napoli, jen, nel rione Sanità e che ha vissuto per quarant’anni all’estero, dove ha fatto fortuna come costruttore. Tornato nella sua città natale al fine di andare a trovare sua madre anziana, Felice verrà travolto dai ricordi d’infanzia e, in particolare, dal rapporto con il suo migliore amico, Oreste (detto da tutti O’ Malommo), con il quale ha improvvisamente interrotto anni prima ogni contatto dopo un drammatico evento in cui ha perso la vita un uomo.

Nostalgia – terzo capitolo della trilogia dedicata alla città di Napoli, che comprende anche Il Sindaco del Rione Sanità (2019) E Qui rido io (2021) – vede nella splendida città non soltanto una suggestiva location, ma anche un’importante attrice principale. Le immagini di Pierfrancesco Favino che si aggira per i vicoli del rione in cui è cresciuto, salendo verso Capodimonte, o in cui ammira il panorama che si vede dalla terrazza di casa sua sono tra i momenti più preziosi del presente lungometraggio. Momenti in cui è palpabile l’amore provato non solo da Felice Lasco, ma anche da Mario Martone nei confronti di una città che, pur avendone viste tante nel corso degli anni, ha pur sempre mantenuto intatto il proprio fascino.

Felice, a Napoli, riacquista pian piano la propria identità. Inizialmente il suo accento rivela i numerosi anni trascorsi all’estero, pak, lentamente, il dialetto napoletano torna con tutte le sue numerose sfumature. Interessante, v tomto ohledu, il lavoro svolto da Pierfrancesco Favino, non soltanto, jen, per quanto riguarda la sua cadenza, ma anche per i numerosi cambi di registro senza mai andare sopra le righe o risultare eccessivo. L’interprete è così riuscito a regalarci momenti indimenticabili che vedono il loro culmine soprattutto nelle scene insieme a sua madre (particolarmente tenero, v tomto ohledu, il momento in cui l’uomo fa il bagno all’anziana donna).

Malgrado le numerose potenzialità, nicméně, Nostalgia in alcuni momenti fa storcere il naso. Ciò riguarda soprattutto il rapporto tra il protagonista e il suo amico di un tempo e come lo stesso si evolva. Soluzioni che sullo schermo risultano affrettate e che avrebbero necessitato di maggiori approfondimenti fanno perdere qualche punto a questo importante film di Martone, che per molti versi si rivela, al contempo, un’opera estremamente toccante e raffinata. Un’opera viva, dolorosa e appassionata, frutto di un grande amore (quello del regista per la sua città) e del forte desiderio di raccontare per immagini ferite mai del tutto rimarginate.

marina obavy

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