
(da Cannes Luigi Noera – Les photos sont publiées avec l'aimable autorisation du Festival de Cannes)
LIMITE (FRONTIÈRE) Ali va ABBASI Palmares Un Certain et Nuri Bilge Regarde ferme le tour d'horizon Ceylan de la concurrence en attendant le verdict du jury international présidé par Cate Blanchett
La Giuria del concorso Un Certain Regard presieduta da Benicio Del Toro attribuisce il Palmares 2018 pour le meilleur film LIMITE (FRONTIÈRE) Ali Abbasi.
Les autres sont allés à Palmares:
PREMIO PER MIGLIOR SCENEGGIATURA a SOFIA di Meryem BENM’BAREK
PREMIO PER LA MIGLIORI INTERPRETAZIONE all’attore Victor POLSTER per FILLE di Lukas DHONT
PREMIO PER LA MIGLIOR REGIA a Sergei LOZNITSA per DONBASS
PREMIO SPECIALE della GIURIA a CHUVA É CANTORIA NA ALDEIA DOS MORTOS (THE DEAD AND THE OTHERS) di João SALAVIZA e Renée NADER MESSORA
Per quello che ci riguarda tra i primi cinque abbiamo collocato in ordine di gradimento i seguenti film di :
Sergei LOZNITSA DONBASS
Wanuri KAHIU AMI (AMI)
Ali ABBASI LIMITE (FRONTIÈRE)
Meryem BENM’BAREK SOFIA
BI Gan LONG DAY’S JOURNEY INTO NIGHT
Escludendo il film di Lukas DHONT FILLE posto al sesto ed anche il film di João SALAVIZA & Renée NADER MESSORA CHUVA É CANTORIA NA ALDEIA DOS MORTOS (THE DEAD AND THE OTHERS) che per ragioni di tempo non abbiamo visto.
Ma torniamo alle battute finali di questa 71ma edizione parlando della sezione del compétition dove vengono presentati gli ultimi quattro film tra i quali quello dell’ultimo francese in compétition di YANN GONZALEZ che UN COUTEAU DANS LE COEUR (KNIFE + HEART) presenta un noir dai risvolti grotteschi con una buona messa in scena dell’ambiente gay e lesbo parigino. Alla fine degli anni ’70, Anne ha fatto carriera producendo film pornografici. Per riconquistare la fiducia della sua compagna, Loïs che lavora come montatrice nei suoi, Anne decide di finanziare un film molto più ambizioso, affidando la regia ad un amico Archibald. Un imprevisto maniaco inizia ad assassinare sistematicamente tutti quelli che partecipano al progetto. Un film noir particolarmente orgiastico e fine a se stesso. Di tutt’altra fattura e capacità emozionale il film dellaLa regista libanese NADINE LABAKI che con CAPHARNAÜM a sorpresa mette una ipoteca sui Palmares con una tragica storia contemporanea ambientata in Libano. la
sceneggiatura ben concepita inizia all’interno di un Tribunale dove ZAIN, un ragazzo di 12 âge, si trova davanti al GIUDICE: IL GIUDICE: Perché stai facendo causa ai tuoi genitori? ZAIN: Per avermi dato la vita. Come ricordato dalla regista all’inizio Capharnaüm conteneva svariati temi tra i quali quelli sugli immigrati illegali, i bambini maltrattati, i lavoratori immigrati, la nozione di confini e la loro assurdità, il fatto che abbiamo bisogno di un pezzo di carta per dimostrare la nostra esistenza, che potrebbe essere invalidata se necessario, ma anche razzismo, paura dell’altro, indifferenza verso la Convenzione dei diritti dei bambini. Durante lo sviluppo della sceneggiatura il tema centrale viene a polarizzarsi sulla tragica esistenza del dodicenne Zain, che decide di citare in giudizio i suoi genitori per averlo concepito sebbene non fossero in grado di allevarlo adeguatamente, anche se solo per dargli l’amore genitoriale. La lotta di questo ragazzo maltrattato, i cui genitori non sono stati all’altezza del loro compito, risuona come l’urlo di tutti coloro che sono trascurati dal nostro sistema. Un’accusa universale vista attraverso gli occhi candidi.
Non convince invece il regista Kazkano SERGEY DVORTSEVOY alla sua seconda regia presenta AYKA, la storia tragica di una giovane ragazza kirghisa che vive e lavora illegalmente a Mosca. Dopo aver dato alla luce suo figlio lo abbandona in ospedale alla ricerca di saldare un debito con uno strozzino. La prima parte del film girato con camera in spalla e per lo più con primi piani strettissimi sul viso della protagonista non lascia scampo allo spettatore nel condividere il dramma esistenziale. Nella seconda parte, cependant, il desiderio materno conduce Ayka a tentativi disperati di ritrovare il figlio in un film monotono.
Attesissimo il ritorno di NURI BILGE CEYLAN alla Croisette con il suo ultimo film AHLAT AGACI (THE WILD PEAR TREE ) che dura oltre tre ore e che chiude la selezione dei film in concorso. Per motivi di embargo rimandiamo la recensione a domani ma con una certezza: il regista turco torna su un tema a lui tanto caro già espresso in WINTER SLEEP che gli valse la Palma d’Oro e che abbiamo così riassunto: “Ceylan ha realizzato un film di 196’ che non annoia sul tema molto ostico del senso della vita, essere o avere.” Staremo a vedere se anche questa volta ci affascinerà il grande cineasta turco.
Nella sezione in concorso Un Certain Regard gli ultimi due film dei quali DANS MA CHAMBRE del regista tedesco ULRICH KÖHLER può definirsi il più brutto visto a Cannes . Un freelancer si rende conto che l’umanità è improvvisamente scomparsa. Che fare? Con pochi soldi ma tanto tempo a disposizione, Armin fa il freelancer ma non è veramente soddisfatto. Una mattina scopre che l’umanità è scomparsa nel nulla. enfin LASKOVOE BEZRAZLICHIE MIRA (THE GENTLE INDIFFERENCE OF THE WORLD) la
regista kazkano ADILKHAN YERZHANOV che presenta una piece teatrale con riprese fisse, qualche volta con zoom sui protagonisti, dialoghi asciutti che no danno speranza per l’empatia reciproca fra gli esseri umani. Quello che impressiona sono i paesaggi mozzafiato che fanno da sfondo alle misiere umane. Segnaliamo infine l’ultimo dei film italiano TROPPA GRAZIA di GIANNI ZANASI presentato alla QUINZAINE del quale vi riferiremo in un prossimo articolo.
Sono stati inoltre resi noti i corti vincitori dalla giuria presieduta da Bertrand Bonello della 21 ° selezione Cinéfondation
La giuria Cinéfondation e Short Films guidata da Bertrand Bonello e che comprende Khalil Joreige, Valeska Grisebach, Alanté Kavaïté e Ariane Labed, ha assegnato i Premi Cinéfondation durante una cerimonia tenutasi nel Teatro Buñuel, suivie de la projection des films primés.
La Selection Cinéfondation comprende 17 corti realizzati da studenti, scelti tra i 2426 visionati e provenienti da 512 écoles de cinéma à travers le monde.
Primo premio a EL VERANO DEL LEÓN ELÉCTRICO (L’estate del leone elettrico), regia di Diego CÉSPEDES Universidad de Chile – ICEI, Chili
Secondo premio ex equo a KALENDAR (Calendario) diretto da Igor POPLAUHIN – Scuola di Mosca del nuovo cinema, Russia e DONG WU XIONG MENG (The Storms in Our Blood) diretto da SHEN Di Accademia teatrale di Shanghai, Chine
Terzo premio a INANIMATE diretto da Lucia BULGHERONI – NFTS, Royaume-Uni