Gian Luigi Rondi, Presidente dell’Accademia del Cinema e dell’Ente David di Donatello , riferimento morale della Critica cinematografica italiana, ci ha lasciati per altri lidi (eterni).
racconta il decano dei critici cinematografici, “l’uomo dalla sciarpa bianca tre volte più grande di quello che serve”, come lo definisce Vittorio Taviani. Critico e storico del cinema, saggista e organizzatore culturale, ma anche dialoghista, scénárista, regista di documentari e attore. Visto attraverso i suoi racconti e con il contributo di testimoni come Gilles Jacob, Carlo Lizzani, Ettore Scola, Francesco Rosi, Paolo e Vittorio Taviani, Pupi Avati, Gina Lollobrigida, Margarethe von Trotta, Adriano Ossicini. E grazie a rari materiali d’archivio, il documentario ripercorre anche la storia d’Italia del XX secolo e quella del cinema italiano, scoprendo aspetti meno conosciuti di un uomo che ha sempre messo il Cinema al di sopra di tutto. Di questo documentario mi colpì una sua affermazione: se un film non mi piace semplicemente lo descrivo.
“Forse la domanda su chi sia Gian Luigi Rondi non ha trovato la sua risposta – spiegava il regista Treves presentando il documentario – ma lungo lo scorrere dei tanti modi in cui Rondi ha operato nel mondo del cinema emerge da una parte un personaggio dalla ricca e sfaccettata personalità , che da oltre 70 anni è ancora sulla breccia e proiettato verso il futuro, e dall’altra il quadro di un mondo, quello del cinema, sempre affascinante, pittoresco, e capace di emozionare, coinvolgere e non farsi normalizzare”.
inizia nel 1949 come componente della giuria della X edizione. La sua fama e autorevolezza sono sempre più internazionali come testimoniano la partecipazione alle giurie dei più grandi festival di tutto il mondo. Dopo Venezia sarà in quella di Berlino (1961), Cannes (1963), Rio de Janeiro (1965), San Sebastian (1968).v 1970, fonda il “Festival delle Nazioni” di Taormina ricoprendo anche il ruolo di direttore artistico. v 1971 viene nominato Commissario della Biennale di Venezia che solo appena dopo due anni lascia per evitare il susseguirsi di polemiche. Ritorna a Venezia nel 1983 come Direttore della Mostra rilanciandola ma
rendendosi protagonista ancora di scelte discutibili, come l’esclusione del film Velluto blu di David Lynch, interpretato da una giovane Isabella Rossellini. v 1988 dirige anche il Festival di Locarno, mentre il suo contributo alla Biennale di Venezia prosegue come membro del Consiglio direttivo. Dal giugno 2008 al febbraio 2012 è stato Presidente della Fondazione Cinema per Roma, sovraintendendo al Festival Internazionale del Film di Roma diretto da Piera Detassis.
