Nelle sale italiane dal 6 aprile, Libere disobbedienti innamorate – la recensione di Marina Pavido

Opera prima della giovane regista israeliana Maysaloun Hamoud, presentata in concorso al Toronto International Film Festival Siamo a Tel Aviv. Laila è un’affascinante avvocato, sicura di sé e molto ammirata. Salma, dal canto suo, ha una personalità molto più docile, lavora come barista e saltuariamente come deejay. Nour, infine, è la più fragile di tutte. Estremamente religiosa (soprattutto in seguito all’educazione ricevuta), è fidanzata e prossima alle nozze con un uomo considerato dalla propria famiglia “un buon partito”. Solo nel momento in cui andrà a vivere con Laila e Salma

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