
Mercoledì 16 agosto un bis dopo l’accompagnamento improvvisato all’organo del M° Eugenio Maria FAGIANI di Mercoledì 9 agosto 2023 alla proiezione del film muto FRATE SOLE (1918) di Mario Corsi ed Ugo Falena
La proiezione ha avuto successo di pubblico tra i residenti di Chiusi della Verna e molti ospiti della foresteria.

Il film, girato in Umbria e dedicato alla vita di san Francesco e alla sua scelta di povertà, è una narrazione in 4 episodi: Il bacio del lebbroso, Sulle orme del Poverello d’Assisi, Il tempio, Le stigmate. Quadri che ripropongono suggestive immagini di un’Umbria alla fine della Grande Guerra, quando Frate Sole venne girato in varie città umbre e alla Basilica del Santo. «Per almeno un mese Assisi e Gubbio offrirono il più bizzarro degli spettacoli, tra la viva e chiassosa curiosità degli abitanti e ancor più dei forestieri, che si stropicciavano sbalorditi gli occhi nel veder passare per le strade e le piazze ed entrare ed uscire dai templi inaspettati personaggi in costumi pittoreschi del 1200, e suore e fraticelli al braccio di soldatacci di ventura…»: lo annota Mario Corsi, sottolineando pure la partecipazione “commovente” dei veri francescani e delle suore di santa Chiara, «intelligenti, umili, preziosi collaboratori alla nostra non lieve e non facile fatica».
La prima del film, subito un successo, venne eseguita al Cinema-Teatro Augusteo di Roma il 7 giugno 1918 con l’esecuzione dal vivo di coro ed orchestra, diretti dal M° Luigi Mancinelli. Successivamente passò al Teatro Costanzi con la direzione musicale di Pietro Cimara; il 27 giugno 1918 l’opera fu proiettata nell’Aula Magna del Palazzo della Cancelleria Vaticana. Interpreti principali l’attore drammatico Uberto Palmarini, nel ruolo del Santo d’Assisi, Silvia Malinverni Chiara degli Scifi, Rina Calabria, nel ruolo di sua sorella Agnese, la ballerina Lucienne Myosa, nella parte di una cortigiana che si redime, Bruno Emanuel Palmi, in quella di Frate Elia. Si trattò in quegli anni di un’importante operazione culturale. Il cinema muto delle origini stava sperimentando e acquisendo, come ancora scrive Corsi, una sua «definitiva forma d’arte, con modi propri e proprie esigenze».
“Frate Sole” si ispira al Cantico scritto da San Francesco in volgare umbro poco prima della sua morte (nel 1226) per celebrare il Creatore attraverso l’esaltazione delle sue creature: l’acqua, il fuoco, le stelle, la luna e la stessa morte. Mario Corsi ne ricavò 4 episodi: “Il bacio del lebbroso”, “Sulle orme del Poverello d’Assisi”, “Il tempio”, “Le stigmate”. Il film venne presentato in prima al Cinema-Teatro Augusteo di Roma il 7 giugno 1918 come “Poema sinfonico e corale in quattro canti di Luigi Mancinelli, per la visione storica di Mario Corsi”, con l’esecuzione dal vivo di coro e orchestra, diretti dallo stesso Mancinelli. Direttore d’orchestra e compositore, primo a far conoscere Wagner in Italia nel 1880 e artefice del successo della “Cavalleria rusticana” di Mascagni nel ’90, con la musica di questo film Mancinelli rivoluzionò la musica da film.
Il film fu presentato con un’orchestra d’accompagnamento all’Augusteo di Roma nel 1918, ma solo una copia del film è giunta fino a noi. “Frate Sole” rappresenta un esempio della grande produzione italiana del cinema muto di inizio ‘900 e della ricerca di un alto livello artistico e culturale.
“Frate Sole” è sicuramente il film più importante di Mario Corsi (Pistoia 1892 – Roma 1954), giornalista, commediografo e regista. Accanto al suo nome va ricordato quello del produttore e co-regista Ugo Falena, geniale cineasta, autore di teatro, produttore, che nella sua breve esperienza (nacque a Roma nel 1875, si spense prematuramente nel 1930) ha segnato profondamente il cinema italiano delle origini.
L’esecuzione del 9 agosto ha visto l’accompagnamento musicale dal vivo improvvisata dal M° Eugenio Maria FAGIANI su una versione cinematografica ridotta e rivista nel montaggio rispetto all’originaria partitura del compositore orvietano Luigi Mancinelli (Orvieto 1848 – Roma 1921).
Sempre il M° Eugenio Maria FAGIANI si esibirà Mercoledì 16 agosto 2023 – Santuario francescano di La Verna interpretando i seguenti brani:
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
- Preludio e Fuga in Mi minore BWV 548 II tono tragico dell’inizio ha spesso fatto pensare all’apertura della Passione secondo san Matteo, mentre le interpretazioni più inclini al simbolismo hanno visto nel movimento discendente della condotta tematica l’immagine della caduta dell’uomo nel mondo del peccato e della morte. Certamente la solennità del Preludio dipende dalla densità del contrappunto, come pure dalla varietà di figurazioni e di soluzioni armoniche dissonanti che si riuniscono in tessuto compatto, nonostante la molteplicità di episodi in cui questo si articola. La Fuga si basa su un tema più semplice, ma non è per questo meno ambiziosa, aggiungendo all’impegno virtuosistico una raffinatezza di concezione che unisce lo stile arcaico della toccata a quello più moderno del concerto. Con un’immagine che ha condizionato a lungo la ricezione di questa composizione, accentuandone il carattere monumentale, Friedrich Spitta la definì «una sinfonia in due movimenti». Basterà dire però che non c’è aspetto dell’arte organistica di Bach che non vi sia rappresentato, dal virtuosismo estremo alla più radicale ricerca espressiva, per fare del Preludio e fuga in mi minore BWV 548 una delle opere più rappresentative del suo catalogo.[Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell’Accademia Filarmonica Romana, Roma, Basilica di Santi Apostoli, 5 ottobre 2000]
- Pastorale BWV 590 (Pastorale – Allemanda – Aria – Giga) Questo è l’unico pezzo del genere scritto da Bach per l’organo. Si divide in quattro parti (quattro tempi) ed il loro svolgimento fa pensare che si debba trattare più di una Suite pastorale che di una Pastorale propriamente detta. Bach ha definito il primo tempo «Pastorella», titolo che si ritrova in alcune copie manoscritte. Segue, quale secondo tempo, un Adagio in «do maggiore». Il secondo tempo viene svolto in forma bipartita: è un insieme armonico che sostiene il canto affidato alla parte superiore. La parte seguente, in «do minore», è composta su una variazione del tema dell’Adagio. L’Allegro finale è un brillantissimo fugato diviso in due parti: nella prima, attraverso un’elaborazione complessa, conclude alla dominante, nella seconda, lo stesso tema rovesciato è l’elemento che conduce alla breve ripresa e quindi alla conclusione. [Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Roma, Basilica di Santa Maria in Ara Coeli, 20 aprile 1971]
Fra Lorenzo da Fabriano (1737-1802)
- Pastorale Al secolo Padre Pagnucci nacque a Fabriano nel 1737, bambino prodigio a soli quattordici anni fu maestro di cappella in Recanati avviando una intensa carriera concertistica. Dopo esser stato maestro di cappella in diverse città marchigiane si stabilì ad Ascoli Piceno. Nel1771 l’Accademia Filarmonica di Bologna lo ammise tra i suoi soci compositori. Nello stesso anno lasciò la sua brillante carriera per entrare nell’Ordine dei frati Minori e si stabilì nel convento della Verna. Qui gli venne affidato l’incarico di organista che egli tenne sino alla morte avvenuta nel 1802. Istituì per il Santuario alvernino la prima cappella musicale e produsse quasi esclusivamente per essa. Stimato ed apprezzato dai musicisti suoi coevi, soprattutto per le sue qualità di maestro concertatore, ebbe modo di esibirsi per alti prelati e sovrani, tra cui il granduca Pietro Leopoldo. [Note e bibliografia: Un illustre organista della Verna: Padre Giuseppe Lorenzo Pagnucci (1737 – 1802) / a cura di Laura Meozzi. In: Studi Francescani, anno 110, 2013 – n.1-2, pp. 65 – 104.]
Marco Enrico Bossi (1861-1925)
- Intermezzo lirico – Scherzo dalla Sinfonia Tematica – Marco Enrico Bossi si formò al conservatorio di Milano .Fu poi nominato organista e maestro di cappella del duomo di Como (1881-89), insegnante di organo al conservatorio di Napoli (1890-95), insegnante di composizione e direttore dei conservatori di Venezia (1895-1902), Bologna (1902-11) e Roma (1916-23). Acclamato interprete, compositore e didatta (a lui si deve la riforma dei programmi di studio dei conservatori in Italia), Bossi fu il primo italiano a divenire concertista di fama internazionale. Ebbe la stima e l’amicizia di grandi musicisti e letterati. Tra questi basti citare Giuseppe Verdi – che da Busseto gli scriveva: «Inutile che le dica che tutte queste sue composizioni sono fatte in modo magistrale…» – Arrigo Boito, Giacomo Puccini, Jules Massenet, Camille Saint-Saëns, Giovanni Pascoli, Gabriele D’Annunzio. Morì sul bastimento francese “De Grasse” durante la traversata dell’Oceano Atlantico da New York a Le Havre, di ritorno da una trionfale tournée negli Stati Uniti.
Franz Liszt (1811-1886)
- San Francesco d’Assisi che predica agli uccelli (orchestrazione organistica di E.M. Fagiani) Le Deux Légendes, la prima dedicata a San Francesco d’Assisi e la seconda a San Francesco da Paola, fanno riferimento a due momenti della vita dei due santi. Ancora una volta è uno spunto narrativo a guidare la composizione e l’ascolto. Scritte nel 1863 e dedicate alla figlia Cosima con cui ci sono ancora buoni rapporti (nel 1864 Cosima si separerà da von Bülow e diventerà l’amante di Wagner, con grande dispiacere di Liszt che interromperà i rapporti per alcuni anni), sono due brevi brani di carattere rapsodico. Il primo, San Francesco d’Assisi che predica agli uccelli, trae ispirazione dal Capitolo 16 dei Fioretti di San Francesco, che racconta
la predicazione del santo agli uccelli. Non si tratta di un vero e proprio miracolo quanto di un momento della vita di Francesco, che sottolinea la sua particolare sensibilità per la natura e per il creato. Allontanatosi dalla strada che percorreva con alcuni suoi confratelli, Francesco comincia a parlare agli uccelli che si dispongono ordinatamente davanti a lui; dopo avergli spiegato di quali e quanti doni godono grazie alla Provvidenza, li benedice e li esorta ad andare e quelli si dividono in quattro gruppi, ciascuno rivolto verso un punto cardinale. Il brano, fortemente onomatopeico come è facile intuire, è tutto giocato nella parte acuta: figurazioni velocemente ripetute, brevi scale cromatiche, intervalli di seconda ripetuti in tremoli, si susseguono a mimare il frullio delle ali e il cinguettio di molti uccelli. Nella parte centrale le parole del santo, rappresentate da un semplice tema che imita la prosodia di una frase parlata, zittiscono gli uccelli alternativamente, in un gioco di silenzi e risposte, fino alla benedizione, facilmente identificabile da una serie di ieratici accordi in mezzoforte che vanno in crescendo fino al fortissimo. Il brano prosegue con lo sciamare degli uccelli, reso di nuovo con gli artifici compositivi della prima parte. [Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell’Accademia di Santa Cecilia, Roma, Auditorium Parco della Musica, 14 maggio 2010]
La serata si concluderà con improvvisazioni del M° Eugenio Maria Fagiani su temi dati dal pubblico.
Ingresso libero
Maggiori informazioni su:
www.comune.chiusi-della-verna-ar.it
Il M° Eugenio Maria Fagiani, riconosciuto internazionalmente per il suggestivo, coinvolgente e vivace linguaggio musicale, si esibisce regolarmente sui più importanti strumenti in Europa, Russia, Medio Oriente, Asia ed America quali la Cattedrale di Notre Dame di Parigi (F), il Duomo di Berlino (D), la Cattedrale di St. Patrick di New York (US), la Sala Grande del Conservatorio “Tchaikovsky” a Mosca (RU), la Royal Albert Hall di Londra (UK), la Basilica di Santa Maria del Fiore a Firenze (I), la Hofkirche St. Leodegar di Lucerna (CH), la St. James Anglican Cathedral di Toronto (CDN), la Skt. Florian Stiftbasilika (A), la Basilica dell’Annunciazione di Nazareth (IL), Il National Center for the Arts Weiwuying di Kaohsiung (TWN).
Accanto alla sua attività come solista (sia a solo che con orchestra) affianca una lunga collaborazione con l’Orchestra Sinfonica La Verdi di Milano dal 2010 e con la Filarmonica Arturo Toscanini (dal 2020) ed è stato diretto da eminenti direttori quali Jeffrey Tate, Riccardo Chailly, Xian Zhang, Claus-Peter Flor, Chien Wen-pin, Patrick Fournillier, Stanislav Kochanovsky, John Axelrod, Missak Baghboudarian, Jader Bignamini, Giuseppe Grazioli, Jens Georg Bachmann e Alpesh Chauhan.
Notevole improvvisatore, è anche un importante compositore. I suoi lavori sono già parte del repertorio di alcuni dei più prestigiosi artisti del nostro tempo quali David Briggs e Stephen Tharp.
Dal 2008 è l’organista del santuario francescano de La Verna, Arezzo (IT).
Eugenio è il Direttore Artistico del Festival Internazionale di Musica d’Organo de La Verna e del Festival Organistico “S.Donato” del Duomo di Arezzo, così come dal 2016 è Artistic Advisor del Terra Sancta Organ Festival, che si svolge in sette nazioni del Medio Oriente, organizzato dalla Custodia di Terra Santa.
Viene regolarmente invitato a tenere masterclass (sia per l’Interpretazione che per l’Improvvisazione) e conferenze per diverse istituzioni musicali di rilevanza mondiale sia in Europa che in Nord America come la Cambridge University Organ Scolar’s Forum (UK) e la RCCO di Toronto (CDN), come pure ad essere membro di giuria in alcuni tra i maggiori concorsi organistici internazionali.
Incide con VDE-Gallo, Spektral Records, Fugatto, Da Vinci e Decca, e queste produzioni hanno ottenuto lusinghieri commenti dalle maggiori riviste specializzate internazionali.
Luigi Noera