Nella serata inaugurale il PREMIO ALLA CARRIERA 2016 a Gianni Amelio e l’ultimo film del regista egiziano Yousry Nasrallahad
Da oggi al via e fino al 12 novembre a Roma al cinema Savoy il MedFilm Festival , la prima e più importante vetrina in Italia dedicata al cinema delle sponde sud del Mediterraneo e del Medio Oriente diretto dall’instancabile Ginella Vocca che alla sua 22ma edizione riprende lo slancio di sempre. Sarà il regista egiziano Yousry Nasrallahad inaugurare,la kermesse con l’anteprima italiana del film Brooks, Meadows and Lovely Faces (Al Ma’ wal Khodra wal Wajh El Hassan). Tre anni dopo la presentazione al MedFestival di After the Battle, l’autore, protagonista attivo della primavera araba, tornerà a Roma per incontrare pubblico e critica, e presentare la sua ultima opera, uno scatenato melodramma che dietro la patina scintillante, racconta le difficoltà del quotidiano in un paese complesso come l’Egitto.
La serata si aprirà con il conferimento a Gianni Amelio del Premio alla Carriera 2016. Amelio, regista e testimone delle passioni e delle storie delle donne e degli uomini, interrogando instancabilmente le forme del cinema sarà omaggiato con la proiezione – mercoledì 9 novembre – de Il primo uomo. Nella stessa serata di oggi verrà assegnato il Premio KOINÉ 2016 a SaMiFo – Salute Migranti Forzati – Centro di prima accoglienza sanitaria, nato dalla collaborazione tra Centro Astalli e Asl Roma A, volto alla tutela del diritto alla salute e la presa in carico delle vittime di tortura.
Anche quest’anno si conferma la collaborazione tra il MedFilm Festival e l’ufficio di Rappresentanza in Italia del Parlamento europeo con i LUX FILM DAYS a ROMA e la proiezione di due dei tre film finalisti del Premio Lux 2016: Appena apro gli occhi di Leyla Bouzid e Toni Erdmann di Maren Ade. Quest’anno in occasione delle celebrazioni per il 10° anniversario verrà esteso il pubblico dei LUX Film Days, includendo anche la città di Salerno. Infatti è prevista una diretta in streaming con il Festival Linea d’Ombra che si terrà nella città di Salerno, per la presentazione in contemporanea del film della tunisina Leyla Bouzid.
Per riannodare i fili che uniscono popoli e culture, piuttosto che innalzare muri che li separano, il festival ospiterà con tale spirito due Vetrine speciali dedicate ai Paesi Ospiti d’Onore: l’Iran e la Tunisia.
Ma veniamo ai film in concorso che tra lungometraggi e corti sono 39. Per il Concorso Ufficiale Premio Amore e Psiche, curato da Giulio Casadei, nove film che possono essere tutti o quasi inclusi nel vasto e variegato mondo del cinema di genere: dal melodramma (Brooks, Meadows and Lovely Faces di Yousry Nasrallah, all’iraniano Inversion di Behnam Behzadi, il tunisino Hedi di Mohamed Ben Attia e l’italiano L’Accabadora di Enrico Pau) al gangster-movie franco-tunisino Chouf di Karim Dridi, dal prison-movie giordano Blessed Benefit di Mahmoud Al Massad, al fantasy horror algerino Kindil di Damien Ounouri, dal road movie francese Jours de France di Jérôme Reybaud al meta-cinema dell’algerino The Trial Garden di Dania Reymond. Al di là delle inevitabili differenze, quello che emerge in ogni singolo film è la volontà di mettere al centro l’uomo, con tutto il suo carico di fragilità, speranze, desideri. Un inno a tutto quel cinema capace, come dice Aldo Spiniello a proposito di Hedi, di «far male e soccorrere allo stesso tempo».
Il Concorso Internazionale Documentari Premio Open Eyes, curato sempre da Gianfranco Pannone, mostra dieci film uniti dal tema della memoria, rinvenuta tra villaggi, città, province, nazioni diverse, legata dal desiderio di rimetterla in gioco nel presente, in un mondo sottoposto alle continue pressioni dei conflitti geopolitici. A rappresentare l’Italia, il nuovo film di Mario Brenta e Karine de Villers, Delta Park, ambientato in un albergo, in cui il tempo che trascorre lento è la cifra della perdita del senso di se degli ospiti, giovani rifugiati in attesa di una destinazione.
Della selezione ufficiale del Concorso Internazionale Cortometraggi Premio Methexis e Premio Cervantes, curato da Alessandro Zoppo, fanno parte 20 corti che si muovono lungo tutto lo spettro espressivo del cinema contemporaneo, dalla finzione al documentario, dall’animazione alla sperimentazione. Generi, sguardi e identità che si confondono e si ibridano. Al centro di questi lavori, l’abitudine/ossessione del filmare e del filmabile, il nostro rapporto con le immagini, l’occhio selvaggio che tenta in tutti i modi di catturare la vita.
C’è poi l’ ampio lo spazio dedicato al cinema italiano con la vetrina Le Perle, focus sul nostro cinema indipendente e i suoi giovani autori. Apre la sezione il cinema apolide e fisico di Amir Naderi, al culmine della sua astrazione con Monte.
Infine tra gli Eventi Speciali. MedFilm incontra il Festival International du Cinéma Méditerranéen de Tétouan con l’anteprima italiana di Petits Bonheurs, nuovo film del regista marocchino Mohamed Chrif Tribak, vincitore del Premio del Pubblico a Tétouan.
Nella Giuria tutta italiana del Concorso Ufficiale Premio Amore e Psiche l’attrice Isabella Ragonese, il giornalista e scrittore Federico Pontiggia, la distributrice Claudia Bedogni, il critico cinematografico Angela Prudenzi e la scrittrice e giornalista Tiziana Lo Porto. Anche quest’anno la giuria sarà affiancata dalla giuria PiuCulture, testata giornalistica online focalizzata sulla vita quotidiana degli stranieri che vivono a Roma. Invece per il Concorso Internazionale Documentari Open Eyes: il critico cinematografico Roberto Silvestri, la regista e sceneggiatrice Irene Dionisio, la giornalista e scrittrice Francesca bellino, il direttore della fotografia Tarek Ben Abdallah e la giornalista e scrittrice Katia Ippaso. Infine ad assegnare i premi del Concorso Internazionale Cortometraggi Premio Methexis, una giuria di 9 studenti provenienti dalle Scuole Nazionali di Cinema europee e mediterranee e dai detenuti della Casa Circondariale di Rebibbia Nuovo Complesso.
Il simbolo del festival di quest’anno è un murales, scovato nel dedalo delle vie di Tunisi. Un disegno che nella semplicità e nella delicata ironia del tratto esprime tutta la sua potenza evocativa. Un disegno di Zoo Project, nome d’arte di Bilal Berreni, artista franco-algerino scomparso a Detroit nel 2013 a soli 23 anni.
Innumerevoli gli enti istituzionali e le Ambasciate che patrocinano e sostengono questa 22ma edizione insieme ad importanti testate giornalistiche nazionali tra le quali La Repubblica.