Premio AMORE & PSICHE e due premi collaterali all’iraniano INVERSION, Premio Open Eyes all’israeliano Between Fences e Premio Methexis al corto greco UMMI
Lo avevamo intuito che non sarebbe stato semplice per le qualificate giurie sia del concorso ufficiale, che della selezione documentari e infine alla giuria dei cortometraggi poter scegliere fra le 39 opere selezionate provenienti anche dai prestigiosi Festival di Berlino e Cannes. Non possiamo inoltre sottacere che questa da poco conclusasi è stata una edizione all’insegna della crescita dopo alcuni anni di sofferenza dovuta all’insensibilità delle istituzioni che dovrebbero promuovere la cultura, unica arma rimasta per riunire i popoli. Con un programma composto da 90 film, di cui 60 anteprime italiane, europee ed internazionali, accompagnati da tanti prestigiosi ospiti, il MedFilm Festival ha dato ancora una volta testimonianza diretta del variegato contesto culturale e politico che rende unica l’area Euro-Mediterranea, proponendo un modello di festival aperto, inclusivo e partecipato, in cui le opere e i loro autori, così come il pubblico, la stampa e lo staff del festival, sono al centro di un progetto culturale e pedagogico che fa dell’incontro, del dialogo e della condivisione di idee, il suo punto centrale.
La Serata conclusiva del festival ha visto la consegna dei Premi ai vincitori delle diverse categorie e in particolare il conferimento del Premio AMORE E PSICHE al film iraniano INVERSION di Behnam Behzadi, vincitore anche di altri due Premi collaterali attribuiti dalla Giuria PiuCulture e da quella Universitaria. Per la prima volta in ventidue anni di storia del festival, lo stesso film è stato giudicato il migliore dalle varie giurie, e dunque da un pubblico trasversale ed eterogeneo, che va dai 17 anni in su, segno dell’indiscutibile qualità artistica dell’opera e soprattutto dell’universalità dei temi affrontati.
La serata è iniziata con un fuori programma da parte della Giuria CONCORSO AMORE E PSICHE la quale ha auspicato Verità e Giustizia nella vicenda del nostro connazionale Giulio Regeni così come il cinema Egiziano di Yousry Nasrallah ha trovato degna collocazione nella serata di apertura del MEDFESTIVAL con il suo film. In particolare la Giuria, composta da Federico Pontiggia, Angela Prudenzi, Isabella Ragonese, Claudia Bedogni e Tiziana Lo Porto, ha assegnato come già detto il Premio AMORE E PSICHE Miglior Film all’iraniano INVERSION di Behnam Behzadi con la seguente motivazione “Per la capacità di innovare poeticamente la lezione umanista del cinema iraniano, tramutando il soffocante clima atmosferico in un sole femminile che irradia empatia e speranza a ogni latitudine”. Inoltre il Premio SPECIALE DELLA GIURIA è andato all’algerino KINDIL di Damien Ounouri con la seguente motivazione “Per il talento nel denunciare la realtà con originalità stilistica restituendo al genere il suo territorio di elezione: il cinema”. Mentre il Premio ESPRESSIONE ARTISTICA Miglior Regia è andato ad un’altra giovane di origine algerina Dania Reymond con LE JARDIN D’ESSAI con la seguente motivazione “Per la felice e gioiosa riaffermazione del cinema quale strumento privilegiato di descrizione e analisi della realtà, in grado di stemperare la drammatica eredità dell’Algeria nella apertura incondizionata e fiduciosa al futuro delle giovani generazioni”. Per quanto riguarda la Giuria del CONCORSO OPEN EYES, composta da Roberto Silvestri, Irene Dionisio, Tarek Ben Abdallah, Francesca Bellino e Katia Ippaso, questa ha assegnato il Premio OPEN EYES Miglior Documentario all’israeliano BETWEEN FENCES del regista teatrale Avi Mograbi con la seguente motivazione “Un’opera compiuta che tratta l’attuale e drammatico tema della migrazione forzata con grande rispetto verso la figura del profugo che, entrando nel gioco della finzione scenica del palcoscenico, smaschera il teatro della crudeltà internazionale”. Una MENZIONE SPECIALE è andata al palestinese Jumana Manna con “A MAGICAL SUBSTANCE FLOWS INTO ME” . Infine sono stati segnalati dalla giuria l’altro algerino “ATLAL” di Djamel Kerkar e lo spagnolo “INFORME GENERAL II – EL NUEVO RAPTO DE EUROPA” di Pere Portabella.
Infine per la sezione di cortometraggi partecipanti al CONCORSO METHEXIS, la Giuria – composta dagli studenti provenienti dalle Scuole Nazionali di Cinema del Marocco, dell’ Egitto, della Grecia, della Tunisia, della Francia, del Libano, della Turchia, dell’Italia, della Croazia hanno assegnato il Premio METHEXIS Miglior Cortometraggio al greco “UMMI” di Niko Avgoustidi con la seguente motivazione: Per le forti emozioni ed impressioni evocate dal film, per la sua capacita di affrontare problemi sociali riguardanti i rifugiati ed il modo in cui vengono accolti in Europa. Ed il Premio CERVANTES al Cortometraggio più creativo al portoghese “BATRACHIAN’S BALLAD” di Leonor Teles . La Giuria ha assegnato anche una MENZIONE SPECIALE al francese: “ESTATE” di Ronny Trocket.
Quanto ai PREMI COLLATERALI il Premio PIUCULTURE, organizzato con il giornale online Piuculture e assegnato da una giuria composta da sei cittadini romani originari da Egitto, Tunisia, Albania, Bangladesh, Siria e Moldavia, è andato come già detto al pluripremiato INVERSION “Per aver intrecciato con grande sapienza e delicatezza diversi problemi della società attuale – dall’inquinamento ambientale, che rimane un elemento trasversale a diversi paesi, al ruolo della donna nella società iraniana. Tutto questo è reso ancora più forte da un’ottima recitazione che rifugge da qualsiasi vittimismo per cogliere gli elementi più sottili ed essenziali. Un film ben scritto e ben diretto, ricco e pieno di vita”. Anche la GIURIE STUDENTIi delle Università La Sapienza, Roma Tre, Tor Vergata, John Cabot University e dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, hanno decretato MIGLIOR FILM INVERSION ”Per la capacità di porre interrogativi sulla propria identità, sia essa dettata dall’ambiente e dalle tradizioni, o da un sentire intimo. Analizzando l’irruzione della modernità e della tecnologia in una cultura secolare, il film spinge a una riflessione autocritica sulla libertà individuale e collettiva”. La MENZIONE D’ONORE d’onore è andata all’algerino KINDIL “Per il coraggio sperimentale e la denuncia sociale attraverso il genere horror”. Mentre il premio MIGLIOR DOCUMENTARIO è andato al tunisino ZAINEB HATES THE SNOW di Kaouther Ben Hania “Per l’originalità con cui è stato ideato e costruito, per la spontaneità e l’ironia con cui viene trattato un tema più che mai attuale come quello dell’integrazione tra culture differenti, per la delicatezza con la quale si sviluppano storie e rapporti personali in grado di toccare il lato umano dello spettatore”. MIGLIOR CORTOMETRAGGIO si è confermato il greco UMMI “In quanto riflette le questioni reali e attuali, quali il dramma dei rifugiati, dal punto di vista di un bambino. Uno degli aspetti più riusciti del cortometraggio è la sua capacità di evocare la cruda realtà che si cela dall’altra parte del mare”. Inoltre la MENZIONE SPECIALE è andata all’egiziano “AIDA” di Maysoon El-Massry”.
Tra le novità di quest’anno anche la GIURIA ITS ROSSELLINI che ha deciso che il MIGLIOR FILM di nuovo sia KINDIL e il MIGLIOR DOCUMENTARIO ATLAL. L’altra novità di questa 22ma edizione è stato il CINEPHILIA SCREENWRITING LAB FOR SHORTS, realizzato in collaborazione con Cinephilia Productions e ideato dalla regista Darine Hotait, il laboratorio è un progetto che si pone l’obiettivo di aiutare i registi a sviluppare il loro potenziale di storytelling, le loro facoltà critiche e le specifiche competenze tecniche. Il lab vuole promuovere le voci più originali, visionarie e coraggiose provenienti dal Medio Oriente e dal Nord Africa. La prima edizione italiana del Lab su 5 progetti selezionati,di cui 3 dalla regione MENA e 2 dall’Italia è stata assegnata dalla giuria composta da Darine Hotait, Irene Dionisio e Monica Zapelli alle due giovani libanesi Farah F. Naboulsi e Dalia Yassine autrici di SPINDRIFT.
Per quello che ci riguarda del CONCORSO UFFICIALE abbiamo molto amato e lo poniamo al primo posto l’algerino Kindil di Damien Ounouri, per la capacità surreale di descrivere in un film tra il fantasy e l’horror la condizione di riscatto al femminile, seguito dall’iraniano Inversion di Behnam Behzadi, che mette in luce ancora una volta la condizione femminile in Iran con una storia familiare, e a pari merito Brooks, Meadows and Lovely Faces di Yousry Nasrallah, il quale per metafore descrive il fallimento della primavera araba in Egitto. Al quarto posto il tunisino Hedi di Mohamed Ben Attia opera prima che rivela le insicurezze del protagonista seguito dal meta-cinema del film algerino The Trial Garden di Dania Reymond. In coda il gangster-movie franco-tunisino Chouf di Karim Dridi che riprende timidamente sceneggiature di action movie francesi.
I nostri ringraziamenti vanno a tutti i selezionatori a partire da Gianfranco Pannone, Giulio Casadei, Alessandro Zoppo e Veronica Flora che hanno permesso la buona riuscita di questa 22ma edizione del MEDFESTIVAL, ma anche e soprattutto alla instancabile direttrice Ginella Vocca che crede nella potenza del dialogo universale tramite il CINEMA!